Il 17 giugno 2024 il Consiglio UE ha formalmente approvato con Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 27 febbraio 2024 n.89 (con 329 voti favorevoli, 275 contrari e 24 astensioni) la Legge sul ripristino della natura o Nature Restoration Law. Trattasi di un Regolamento unionale direttamente applicabile all’interno degli Stati membri dell’Unione (una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale) il cui obiettivo è quello di assicurare il ripristino degli ecosistemi degradati in tutti gli Stati membri dell’Unione entro il 2030, ovvero di rigenerarli tutti entro il 2050, contribuendo al raggiungimento delle finalità europee in materia di clima, biodiversità e sicurezza alimentare.
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Legge sul ripristino della natura: arriva l’ok del Consiglio UE: obiettivi
Oltre l’80% degli habitat europei è in cattivo stato, da questa presa d’atto è originata la legge sul ripristino della natura, finalizzata a contribuire al recupero a lungo termine della natura danneggiata nelle zone terrestri e marine dell’UE, al fine di raggiungere gli obiettivi dell’UE in materia di clima e biodiversità e per rispettare gli impegni internazionali dell’UE.
Il Regolamento, formalmente adottato e primo nel suo genere, stabilisce obiettivi e obblighi giuridicamente vincolanti e specifici per il ripristino degli ecosistemi degradati nell’UE, mirando a mitigare i cambiamenti climatici e gli effetti delle catastrofi naturali, oltre a rafforzare la sicurezza alimentare.
Nel dettaglio le nuove norme richiederanno l’impegno da parte degli Stati membri che dovranno definire e mettere in atto misure coordinate per ripristinare congiuntamente almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030.
Gli ecosistemi interessati dal Regolamento sono gli ecosistemi terrestri, costieri e di acqua dolce, forestali, agricoli e urbani, comprendenti zone umide, formazione erbose, foreste, fiumi e laghi, nonché ecosistemi marini, inclusi praterie marine, banchi di spugne e banchi coralliferi.
Per gli habitat considerati dal Regolamento in cattive condizioni, gli Stati membri adotteranno misure volte a ripristinare almeno il 30% entro il 2030. Tale percentuale si eleverà al 60% entro il 2040 ed al 90% entro il 2050.
Fino al 2030, gli Stati membri daranno priorità alle zone Natura 2000 per l’implementazione delle misure di ripristino.
Essi dovranno garantire che gli ecosistemi non tornino a deteriorarsi in modo significativo adottando altresì piani nazionali di ripristino da presentare alla Commissione europea che indichino nel dettaglio in che modo intendono raggiungere gli obiettivi.
Legge sul ripristino della natura: arriva l’ok del Consiglio UE: ecosistemi agricoli
Al fine di migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli, gli Stati membri dovranno registrare progressi in almeno due dei tre seguenti indicatori:
- Indice delle farfalle comuni: si tratta di un indicatore che misura la presenza e l’abbondanza delle farfalle comuni, che sono importanti bioindicatori della qualità dell’ambiente agricolo.
- Percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità: si tratta di un indicatore che riguarda la presenza di elementi come siepi, boschetti, stagni, e altri componenti del paesaggio che aumentano la biodiversità e forniscono habitat per varie specie.
- Stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati: si tratta di un indicatore che riflette la quantità di carbonio organico nei suoli agricoli, un fattore cruciale per la fertilità del suolo e la capacità di sequestro del carbonio, contribuendo così alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
Oltre ai suelencati indicatori, gli Stati membri dovranno adottare misure specifiche per migliorare l’indice dell’avifauna comune. Gli uccelli sono considerati ottimi indicatori dello stato di salute generale della biodiversità, poiché la loro presenza e diversità riflettono la qualità dell’habitat e la disponibilità di risorse alimentari.
Negli ultimi decenni l’abbondanza e la diversità degli insetti impollinatori selvatici in Europa si sono drasticamente ridotte. Per far fronte a tale situazione, il regolamento introduce obblighi specifici che impongono misure intese a invertire il declino delle popolazioni di impollinatori al più tardi entro il 2030.
L’implementazione delle predette misure contribuirà a promuovere un’agricoltura più sostenibile, preservando e migliorando la biodiversità negli ecosistemi agricoli.
Legge sul ripristino della natura: arriva l’ok del Consiglio UE: torbiere
Tenuto conto che le torbiere rappresentano alternative economiche per ridurre le emissioni nel settore agricolo, gli Stati membri dell’UE dovranno ripristinare almeno il 30% delle torbiere drenate entro il 2030, di cui almeno un quarto dovrà essere riumidificato. Gli obiettivi di ripristino continueranno con il 40% delle torbiere entro il 2040 e il 50% entro il 2050, con almeno un terzo delle aree riumidificate.
La riumidificazione delle torbiere, tuttavia, continuerà a essere volontaria per agricoltori e proprietari terrieri privati.
Trattasi di una misura cruciale considerando che le torbiere riumidificate agiscono come significativi serbatoi di carbonio, riducendo le emissioni di gas serra e contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
Legge sul ripristino della natura: arriva l’ok del Consiglio UE: piano di emergenza
In linea con quanto richiesto dal Parlamento UE, le nuove norme prevedono un piano di emergenza che, in circostanze eccezionali, consentiranno di sospendere gli obiettivi relativi agli ecosistemi agricoli. Trattasi di piano di emergenza introdotto per garantire che le misure di ripristino degli ecosistemi non mettano a rischio la sicurezza alimentare dell’Unione. In situazioni straordinarie, sarà possibile mettere in pausa gli interventi per assicurare che la produzione agricola rimanga sufficiente a soddisfare le necessità della popolazione europea.
Legge sul ripristino della natura: arriva l’ok del Consiglio UE: ulteriori ecosistemi
Il regolamento, inoltre, impone di registrare una tendenza positiva in differenti indicatori che riguardano gli ecosistemi forestali e di piantare tre miliardi di nuovi alberi. Questa misura mira a rafforzare la biodiversità, migliorare la qualità dell’aria e contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici.
Gli Stati dell’UE dovranno anche ripristinare almeno 25.000 km di fiumi, trasformandoli in fiumi a scorrimento libero al fine di migliorare gli habitat acquatici, promuovendo sia la biodiversità fluviale che prevenendo le inondazioni ed assicurando inoltre che non vi sia alcuna perdita netta né della superficie nazionale totale degli spazi verdi urbani, e neppure di copertura arborea urbana.
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