Il D. Lgs. n. 36 del 31 marzo 2023, noto anche come nuovo Codice degli appalti pubblici, ha introdotto in tema di affidamento diretto nuovi principi e nuove regole. In merito ai primi, il nuovo Codice ha introdotto il principio del risultato perseguito dall’amministrazione; per quanto attiene alle regole, il nuovo Codice ha modificato quella che prima era una eccezione rendendola regola generale, ovvero la possibilità di ricorrere all’affidamento diretto per lavori entro la soglia pari ad € 150.000 e per servizi e forniture entro la soglia pari ad € 140.000. Analizziamo da vicino l’affidamento diretto nel nuovo Codice appalti pubblici e le sue novità.
Lo Studio Legale Bertuzzi e Associati forte dell’esperienza e competenza maturata nel tempo ti consente di fare chiarezza sulle recenti novità dettate dal nuovo Codice degli appalti pubblici in merito all’affidamento diretto di appalti pubblici. Siamo qui per aiutarti a comprendere le nuove regole dettate in codesto settore, tutelando i tuoi diritti al fine di ottenere i migliori risultati possibili. Contattaci subito e richiedi una consulenza personalizzata a te e alle tue esigenze.
L’affidamento diretto: cosa è l’affidamento diretto? Cosa dobbiamo sapere?
L’affidamento diretto consiste in una procedura autonoma e distinta dalle altre procedure tipiche come ad esempio la procedura aperta, ristretta o negoziata. Tale procedura, a differenza delle altre, non prevede alcun confronto competitivo tra gli operatori economici caratterizzandosi, dunque, per l’assenza di qualsiasi tipo di selezione concorrenziale. Ciò significa che nella prassi la p.a. procede ad assegnare direttamente il lavoro, il servizio o la fornitura senza alcun confronto competitivo tra i differenti operatori, escludendo il ricorso alle dinamiche del mercato e della concorrenza. Proprio in quanto escludente dinamiche concorrenziali, l’affidamento diretto viene considerato un tipo di procedura avente carattere eccezionale, assoggettata fino all’entrata in vigore del nuovo Codice, a strette limitazioni normative al fine di garantire trasparenza, corretto utilizzo delle risorse pubbliche e tutela degli interessi generali.
L’affidamento diretto nel nuovo Codice degli appalti pubblici è previsto sia per gli appalti di importo inferiore alla soglia comunitaria che per quelli di importo superiore.
L’affidamento diretto: la disciplina previgente contenuta nel D.Lgs. n. 50/2016
Nel vecchio codice degli appalti (D.lgs. 18 aprile 2016, n. 50), era previsto il ricorso all’affidamento diretto in presenza di specifiche circostanze. Per gli appalti di importo superiore alla soglia comunitaria, tali specifiche circostanze riguardavano situazioni eccezionali come la gara andata deserta o con offerta inappropriata.
Per gli appalti sottosoglia il ricorso a siffatta procedura riguardava esclusivamente gli affidamenti di importo inferiore a € 40.000, mentre per importi superiori era necessaria la richiesta di preventivi ad un numero predefinito di operatori di mercato.
Successivamente, il Decreto Semplificazioni (D.L n. 76/2020 convertito in L. n. 120/2020), al fine di fronteggiare le ricadute economiche legate alla pandemia, ha introdotto un nuovo regime “temporaneo” per gli appalti sottosoglia consentendo di ricorrere all’affidamento diretto per lavori fino a € 150.000 e per servizi e forniture fino a € 139.000.
L’affidamento diretto: la disciplina del nuovo Codice degli appalti (D.Lgs. n. 36/2023)
Il nuovo Codice degli appalti pubblici D.Lgs. n. 36 del 31 marzo 2023 (sull’argomento vedi pure articolo:PNRR-bis: novità appalti pubblici e DURC) ha recepito, in modo definitivo, anche dopo il periodo emergenziale, quello che era il regime temporaneo dettato dal Decreto Semplificazioni, introducendo tra i diversi principi, all’art. 50, il principio del risultato perseguito dall’amministrazione.
Secondo tale principio le stazioni appaltanti possono ricorrere all’affidamento diretto anche senza consultare più operatori economici a condizione che costoro siano in possesso di documentate esperienze pregresse idonee all’esecuzione delle prestazioni contrattuali.
Come chiarito dalla circolare n. 298 del 20 novembre 2023, si tratta comunque di una possibilità e non di un obbligo, potendo l’amministrazione ricorrere alle procedure aperte o ristrette per testare il mercato e attivare la concorrenza.
Per quanto riguarda gli appalti sopra la soglia comunitaria, il nuovo Codice ha mantenuto i rigidi presupposti per l’affidamento diretto.
In definitiva, il nuovo Codice degli appalti ha introdotto la possibilità di utilizzare l’affidamento diretto in modo più ampio per importi inferiori, mantenendo al contempo restrizioni e criteri rigorosi per gli appalti sopra la soglia comunitaria, ponendo sempre al centro il principio del risultato e della corretta gestione delle risorse pubbliche.